La Banca Centrale Europea, costituisce insieme alle banche centrali nazionali (come la Banca d’Italia) il cosiddetto Eurosistema la cui funzione è quella di mantenere la stabilità dei prezzi cioè di controllare l’inflazione e dando stabilità al valore dell’Euro nell’Eurozona.
Il tasso BCE è il tasso di riferimento e rappresenta il tasso al quale la BCE concede prestiti alle banche che operano in UE.
Tale valore viene utilizzato come parametro di indicizzazione dei mutui ipotecari a tasso variabile e incide anche sui dazi alle importazioni e esportazioni.
La Banca Centrale Europea in data 2 febbraio con avviso informa sulle ultime misure del Consiglio direttivo miranti ad assicurare un ritorno dell’inflazione verso il suo obiettivo del 2% a medio termine.
Viene specificato che, il Consiglio direttivo ha deciso di innalzare di 50 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della BCE.
Ne consegue che a partire dal giorno 8 febbraio i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali saranno innalzati al 3.00%.
Aumento tassi BCE: come incide sui dazi
Con conseguente avviso, con oggetto "DECISIONE DI POLITICA MONETARIA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA. MODIFICHE AI TASSI DI INTERESSE DI RIFERIMENTO DELLA BCE – FEBBRAIO 2023" le Dogane hanno specificato che il suddetto tasso incide:
- sul calcolo degli interessi di credito sull'importo dei dazi all'importazione o all'esportazione in caso di agevolazioni di pagamento diverse dalla dilazione di pagamento
- nonché sugli interessi di mora sull'importo dei dazi all'importazione o all'esportazione, (disciplinati rispettivamente dall’art. 112 e 114 del Reg. EU n. 952/2013), che istituisce il codice doganale dell’Unione.
La BCE ha anche annunciato il rialzo di ulteriori 50 punti che sarà deliberato a marzo "alla luce delle spinte inflazionistiche di fondo".
Per il seguito viene diramata una generica intenzione di "valutare la successiva evoluzione della sua politica monetaria".
Aumento tassi BCE: come incide sui mutui
Il tasso BCE, noto come tasso refi, relativo alle operazioni di rifinanziamento, è indicatore significativo della situazione economica europea. Esso ha importanti effetti anche per il consumatore finale.
I tassi d’interesse stabiliti dalla Banca Centrale Europea incidono infatti sui tassi interbancari come l’indice Euribor, sul quale si basa ad esempio il mutuo a tasso variabile.
La Banca Centrale Europea (BCE) ha ora alzato i tassi di interesse di 50 punti base e annunciato un nuovo incremento a marzo, per poi valutare successive manovre.
Questo ha un impatto sui mutui a tasso variabile, inoltre scende lo spread.
In base alle simulazioni di "Mutuionline", portale che mette a confronto le principali banche e mutui per l'acquisto della casa, la rata di un mutuo a tasso variabile salirebbe fra i 33 e i 43 euro.
Già dalla scorsa estate, per effetto dei precedenti rialzi del costo del denaro, i costi di un mutuo sono aumentati.
Si stima che un mutuo a tasso variabile dall’estate scorsa sia aumentato fino a 200 euro al mese.
Per eventuali opportunità di rinegoziazione dei mutui ti consigliamo di leggere: Rinegoziazione mutui ipotecari 2023: da tasso variabile a tasso fisso entro il 31.12.2023 con le ultime novità della legge di Bilancio 2023.